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EMIGRATI E IMMIGRATI DELLA SARDEGNA

Sa die de sa Sardigna

27.04.2018 - A causa di un sempre più alto malcontento nei confronti dell'amministrazione piemontese, nell'ultimo ventennio del Settecento si creò un movimento di ribellione che attraversò tutta l'isola, analogamente con gli eventi rivoluzionari francesi e i fermenti sorti in varie parti d'Europa (Irlanda, Polonia, Belgio, Ungheria, Tirolo). Nel 1793 una flotta francese aveva tentato di impadronirsi dell'isola lungo due linee, l'una nel Cagliaritano e l'altra nei pressi dell'arcipelago della Maddalena, guidata da un giovane ufficiale, Napoleone Bonaparte, riparato in Francia continentale in seguito all'insurrezione paolina appoggiata dagli inglesi. I Sardi opposero però resistenza e, riuscendo a sventare tale piano, cominciò a montare nell'opinione pubblica un sentimento di rivalsa nei confronti della Corona sabauda per la difesa del Regno.
I Sardi chieserò così che fosse loro riservata gran parte degli impieghi civili e militari e un'autonomia maggiore rispetto alle decisioni della classe dirigente locale. Al perentorio rifiuto da parte del governo piemontese di accogliere qualsiasi richiesta, la borghesia cittadina organizzò così con l'aiuto del resto della popolazione il moto insurrezionale.
L'episodio finale che condusse alla contestazione fu l'arresto ordinato dal viceré di due capi del cosiddetto "partito patriottico", gli avvocati cagliaritani Vincenzo Cabras ed Efisio Pintor. Il 28 aprile del 1794 (data nota come sa dii de s'aciappa, ossia "il giorno della cattura") la popolazione inferocita allontanò dalla città tutti i 514 funzionari continentali, compreso il viceré Balbiano, che nel mese di maggio di quell'anno furono imbarcati con la forza e cacciati via dall'isola. Incoraggiati dalle vicende cagliaritane, la popolazione di Alghero e Sassari fece altrettanto. I moti antifeudali furono successivamente guidati per altri due anni da Giovanni Maria Angioy, alto magistrato del Regno di Sardegna, salvo essere alla fine repressi dalle forze lealiste, ingrossatesi in seguito alla stipulazione del trattato di pace sottoscritto da Napoleone e Vittorio Amedeo. L'esperimento rivoluzionario sardo giunse così al termine, e l'isola rimase sotto la giurisdizione sabauda.
Rientrata la rivolta, alcune richieste furono accolte nel 1796.
In occasione della festività, gli uffici pubblici dell'isola rimangono aperti, mentre chiudono le scuole.

Le celebrazioni nel mondo:

Londra

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