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EMIGRATI E IMMIGRATI DELLA SARDEGNA

Dubai: Nuove norme per i visti

23.05.2018 - “Una decisione, quella annunciata dal Governo domenica, che apre la strada a soggiorni di lunga durata per gli expat e che, secondo le prime indiscrezioni, avvantaggerebbe società e investitori internazionali, che non avrebbero più bisogno di un partner locale per operare negli Emirati Arabi. Due decisioni importanti, che sicuramente potrebbero attirare nuovi capitali stranieri e professionisti da tutto il mondo. Il Governo ha infatti annunciato di voler rendere il Paese il più competitivo possibile, gettando le basi per un’economia basata “sull’alta specializzazione e la conoscenza”, con l’obiettivo di rendersi indipendenti dal settore oil in prospettiva di una nuova era “post- petrolio””. Così scrive Elisabetta Norzi su “Dubaitaly.com”, quotidiano online da lei fondato e diretto.
“Vediamo, più nello specifico, che cosa si sa finora, in attesa di un piano dettagliato che arriverà solo alla fine del 2018.
* Il Governo ha annunciato che saranno introdotti “visti per soggiorni di lunga durata”, fino a 10 anni, per i professionisti altamente qualificati che lavorano nel settore della medicina, della scienza, della ricerca e nei campi tecnici (ad esempio gli ingegneri). Il visto potrà essere esteso anche alle loro famiglie.
* Gli investitori stranieri che aprono una società o che portano soldi nel Paese, potranno avere un visto di 10 anni.
* Le società straniere, anche al di fuori delle free zones, potranno essere proprietarie al 100% della propria attività, senza la necessità di un partner locale per poter operare.
* Gli studenti potranno ottenere un visto d 5 anni e i laureati “exceptional” di 10 anni (al momento gli studenti devono fare richiesta di rinnovo del visto ogni anno).
Rimangono ovviamente tanti punti da chiarire, dei quali si saprà di più nei prossimi mesi. Primo tra tutti, se il visto di 10 anni sarà un Residence Visa – stile “green card” americana -, che permetterebbe dunque di vivere nel paese aldilà del lavoro che si svolge, oppure se si tratterà di un visto legato al lavoro e al datore di lavoro, come avviene ora (ovvero sempre basato sul sistema della sponsorizzazione, la cosiddetta Kafala, in arabo).
Secondo i primi commenti pubblicati sui quotidiani locali, la decisone avrebbe non solo lo scopo di rendere più semplice la burocrazia, soprattutto per chi vuole aprire qui una società, ma anche di trattenere i risparmi e gli investimenti degli expat all’interno del Paese. Solo nel 2017, infatti, secondo i numeri diffusi dall’agenzia di stampa locale WAM, le rimesse degli expat ammontano a 45 miliardi di dollari. Come ben sappiamo, gli expat hanno infatti una prospettiva di breve periodo, sono di passaggio; se al contrario avessero prospettive a lungo termine, investirebbero maggiormente, soprattutto negli immobili, e magari penserebbero di rimanere negli Emirati Arabi anche dopo la pensione (tema da tempo in discussione).
Anche gli altri Paesi del Golfo, Arabia Saudita, Oman e Qatar in particolare, stanno studiando nuove normative per introdurre una sorta di residenza permanente per gli stranieri. Una la grande domanda, come sollevato proprio oggi dal quotidiano Arabian Business: è questo il prossimo passo per introdurre un sistema di tassazione più complesso e articolato negli Emirati e nei Paesi del Golfo?”. (aise)
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